Per dieci anni la Mayday Parade è stata il primo maggio dei precari e delle precarie: l’espressione della nostra creatività, il luogo dove ci siamo riconosciuti, dove abbiamo coltivato le nostre relazioni e i nostri desideri e dove abbiamo reso visibili la nostra gioia e la nostra rabbia. Decine di migliaia di precari l’hanno animata, colorata, gridata e partecipata. Dopo undici anni sappiamo che la Mayday come spazio di espressione e visibilità, come momento di inclusione e ricomposizione della precarietà, ha vinto: oggi persino il papa e il sindacato confederale parlano di precarietà, mentre nelle piazze la generazione precaria esplode di rabbia. È tempo di esigere che i nostri desideri diventino realtà.
Stiamo cavalcando la tigre della precarietà, perché viviamo ogni giorno nell’incertezza ma anche perché sappiamo qual è la nostra forza. Il governo e l’Europa ci impongono privatizzazioni, licenziamenti, austerità, tagli, sacrifici. Non temporaneamente, per effetto della crisi, ma come politica necessaria e senza alternative per gli anni a venire. Di contro, la condizione precaria è diventata un soggetto politico autonomo, che crea azione politica: pone domande, individua soluzioni e sviluppa conflitto.
Vogliamo un reddito di base universale e incondizionato, sganciato dal contratto di lavoro. Vogliamo un nuovo welfare fatto di diritti per tutte/i, di accesso ai beni comuni costituiti da saperi, conoscenza, acqua, servizi sociali, casa, mobilità sostenibile. Siamo contro la speculazione e l’Expo 2015 che aggrediscono le nostre città e i nostri territori, con Milano come banco di prova per le politiche di cementificazione più aggressive. Chiediamo cittadinanza per i migranti slegata dal contratto dal lavoro e diritto alla libera circolazione. Chiediamo la riduzione del caos delle forme contrattuali, chiediamo più soldi e un salario minimo orario, e gridiamo con forza che rivogliamo ciò che ci hanno tolto: diritto alla maternità, alla previdenza, alle ferie. In poche parole, rivogliamo il diritto alla scelta, contro il ricatto del bisogno e della paura. Pretendiamo di essere ascoltati.
Vogliamo dirlo ben chiaro al governo, ai vari Marchionne, ai precarizzatori che abusano della nostra ricattabilità, ai sindacati concertativi, all’opposizione pavida e di comodo: i precari e le precarie chiedono l’opposto di quella politica di sacrifici che volete imporci. Precari e precarie, native e migranti, saremo in piazza il primo maggio per una Mayday di festa, di gioia e di rabbia.
Vogliamo che la Mayday si trasformi in un momento di passaggio, di immaginazione, di relazione e di discussione verso il primo vero sciopero precario che costruiremo tutti insieme nei prossimi mesi: vogliamo riprenderci il diritto allo sciopero e usarlo per reclamare i nostri desideri. Lo sciopero precario sarà lo sciopero dei precari e uno sciopero nato nella precarietà e rivolto contro chi ci precarizza.
Immaginate se un giorno i call center non rispondessero alle chiamate, se i trasporti non funzionassero, se le case editrici che sfruttano il lavoro precario fossero bloccate, se le fabbriche chiudessero, se la rete ribollisse di sabotaggi, se gli hacker fermassero le reti delle grandi aziende, se i precari si prendessero la casa che non hanno, gli spazi che gli sono negati. Immaginate se i precari e le precarie incrociassero le braccia, diventassero finalmente protagonisti e dimostrassero che sono forti: il paese si bloccherebbe. Di questo parleremo alla Mayday 2011: di come mettere in pratica il primo sciopero precario. Per farlo servono la tua intelligenza, i tuoi sogni, i tuoi trucchi e i tuoi sgami.
Vogliamo cavalcare la tigre della precarietà e dimostrare che tutti insieme possiamo diventare un problema per chi ci sfrutta. Mayday 2011, verso lo sciopero precario.
Primo maggio 2011, Milano, piazza XXIV Maggio, alle 14
Mayday – da undici anni il primo maggio dei precari e delle precarie
grandi per questa may day
soprattutto per questo http://www.youtube.com/watch?v=6lkdRMMIgzs&feature=player_embedded
Il problema con un reddito di cittadinanza ai livelli europei (e quindi non i 350 euro della Campania pre-Caldoro, anche perchè il tetto della povertà in questo paese è esattamente il doppio e la miseria non può essere contemplata nel terzo millennio), diventerebbe il conseguente carovita. Necessitano anche soluzioni sul come calmierare i prezzi e il mercato immobiliare dal momento che il nostro Paese l’unica libertà che sembra realmente avere è quella di mercato. Con stima
[…] della nostra creatività, il nostro momento di riconoscimento e di relazione.Dal 2001 la Mayday è il nostro primo maggio, quello dei precari e delle precarie. È l’espressione della nostra […]
[…] Day May Day! C’è qualcuno in ascolto? Dal 2001 la Mayday è il nostro primo maggio, quello dei precari e delle precarie. È l’espressione della nostra […]
[…] Qui trovate l’appello lanciato per domenica a Milano […]
@punx attivisti incazzati e festaioli, concordo pienamente!
chiariamolo una volta per tutte visto che non si capisce niente (magari non lo fate capire apposta per evitare che la gente non venga): ci sarà tekno sì o no?
bene che ci siano meno carri e più contenuti, bene che la musica resti il mezzo e non il fine…
ma se non urliamo la nostra rabbia a suon di cassa, se non siamo liberi di ballare nella città dei divieti posso anche evitare di venir fin là, di manifestazioni il 1 maggio ce ne sono tante molto più vicine a casa mia, se vengo lì è perché ha qualcosa in più rispetto alle altre
ho anche amici di cui fregava poco o niente di politica, che son venuti gli anni scorsi solo per la musica… direte “poco male se non vengono, non è un rave” ok, ma pensa un po’ hanno cominciato ad interessarsi di politica dopo le feste nei cs e partecipare anche a manifestazioni dopo che son stati alla mayday, quindi per loro sì che la musica è stato un mezzo per fare politica…
poi una manifestazione pacifica è efficace se è partecipata e fa rumore
se volete invece che non sia un giorno di festa ma di rabbia e di lotta vera… beh non bisogna far altro che dirlo
vogliamo fare una cosa di questo tipo? http://www.youtube.com/watch?v=wqiV1jX4IMM
facciamola, ma allora non mettete un volantino “goeggiante” che trae in inganno, sembra il flyer di una festa…
QUINDI PARTE DA: piazza XXIV Maggio, alle 15
Mayday?????????????????????
Si ma mancano 3 giorni e nessuno che dica DOVE e COME sarà per certo. leggo cose tipo “ci saranno i carri..ma di meno”
“sarà una mayday diversa”, “il percorso va ancora deciso”.
mhà…..