Dopo 4 anni di contenzioso in quel di Palermo siamo riusciti a stabilizzare un lavoratore dell’aeroporto di Punta Raisi.
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Una collaboratrice a progetto per Mondadori si è rivolta a San Precario per vedere riconosciuti i suoi diritti dopo anni di sfruttamento da parte del colosso dell’editoria. Ieri, 3 luglio 2013, il giudice del lavoro ha dato ragione alla lavoratrice, riconoscendo la natura subordinata del rapporto di lavoro e condannato Mondadori al risarcimento delle differenze retributive dal 2005. Nonostante i numerosi tentativi di Mondadori di protrarre il processo per raggiungere un accordo, al ribasso, con i sindacati e “sanare” numerose situazioni simili, adesso c’è un precedente importante: se vogliono liberarsi dei precari che sfruttano da anni, dovranno pagare ben più dei due spicci che stavano offrendo. Ancora una volta Cash&Crash! Report semiserio ma purtroppo realistico di un’audizione alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati sulla disoccupazione giovanile. È la prima volta che San Precario entra nelle segrete stanze del potere. E lo fa non in punta di piedi ma con la forza delle sue argomentazioni e l’autorevolezza di chi da più di 10 anni affronta, combatte e vince qualche battaglia contro la precarietà (come oggi in Mondadori). Ringraziamo i membri della Commissione Lavoro del M5S per averci dato questa opportunità. In un precedente post, scrivendo a proposito di Expoprecarietà, dicevamo che «Expo può giocare sull’appeal del tema “nutrire il pianeta, energia per la vita” e sulla collaborazione del terzo settore per organizzare progetti nelle scuole e coinvolgere gli studenti». A tal proposito, l’amministrazione comunale di Rho ha recentemente aderito al progetto “Giovani per Expo”, proposto da Ciessevi. Informazioni dettagliate sul progetto si possono recuperare sul sito del Comune di Rho. In questa sede ci limiteremo ad una serie di osservazioni critiche su questo progetto che per noi altro non è che l’ennesimo modo di sfruttare manodopera gratuita. Terzo settore e cittadinanza attiva sono termini che identificano un sistema di principi e di relazioni (fiducia, reputazione, reciprocità) capaci di spiegare l’alta frequenza di comportamenti cooperativi. In questo senso, una delle macroattività del progetto in questione è quello di rendere i «Giovani protagonisti di esperienze di cittadinanza attiva: per avvicinare i giovani al volontariato in vista di Expo, saranno attivate sperimentazioni di service learning presso le scuole, promozione di attività scuola – volontariato/avvicinamento al volontariato, momenti di accoglienza in occasione di manifestazioni sportive, attività di sostegno al protagonismo, alla creatività ed all’imprenditoria giovanile».
Domenica 7 luglio 2013, Monza, Largo Mazzini, dalle ore 15 – Partenza Critical Mass, Gazebo informativi e Attitudine NOEXPO Una giornata di mobilitazione per ribadire che l’unico grande evento che ci interessa supportare riguarda RIAPPROPRIAZIONE DEI DIRITTI, ACCESSO AL REDDITO, DIFESA DEL TERRITORIO Le massime cariche politiche nazionali e internazionali – da Napolitano a Letta, fino al Presidente della Commissione Europea Barroso – atterrano a Monza il 7 luglio per inaugurare la Villa Reale come sede di rappresentanza di EXPO 2015. Un passaggio cruciale nell’avvicinamento all’esposizione che aprirà i battenti il 1° maggio 2015 e una ghiotta occasione per chi sta costruendo il grande evento fieristico. Il carrozzone mediatico che sta infatti lucidando la vetrina di EXPO si è messo in moto da tempo, ma accelera a partire dall’appuntamento monzese, che Maroni definisce prima tappa di un “EXPO World Tour”. Le promesse fatte in questi casi sono note: ricchezza, lavoro, turismo, benefici per tutta la metropoli. E anche per il 2015 la dinamica in atto è la stessa, con promotori -pubblici e privati- che vendono l’evento utilizzando in primis la leva occupazionale e promesse di crescita economica, che in tempi di crisi non possono che riscuotere consensi tra la popolazione. In realtà poco o nulla di tutto questo è accaduto negli ultimi vent’anni per le Esposizioni Universali tenutesi in Europa, né accadrà qui. Da Genova a Lisbona, da Saragozza a Hannover, il passaggio di visitatori è sempre stato inferiore alle aspettative, il territorio non ha avuto nuovo sviluppo e le amministrazioni pubbliche, invece, si sono trovate in forte stato di deficit economico a causa del drenaggio di risorse avvenuto per supportare gli investimenti e le spese legate all’Esposizione. Prosegui la lettura » |
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