Da Il Manifesto 24.12.06
Una cospirazione precaria per la «Città degli dei»
Giornalisti e non insieme per un giornale autoprodotto.
Un’iniziativa irriverente e l’invito all’azione comune su una realtà
dilagante
Distribuita ieri a Milano in cinquantamila copie una free-press
autoprodotta in solidarietà con la vertenza dei giornalisti. Ironia e
dissacrazione per parlare dei «precari dell’informazione» e del rifiuto
degli editori di rinnovare il contratto di lavoro scaduto da due anni.
Ma anche critiche verso i sindacati e la sinistra politica, colpevoli
di avere avallato in passato il lavoro precario
Irriverente, ironico, con l’obiettivo ambizioso di fare informazione
sui lavoratori precari nella carta stampata e non solo. Ieri mattina, i
milanesi in procinto di salire sulla metropolitana hanno trovato una
sorpresa. Negli appositi contenitori, a differenza dei due giorni
precedenti, c’era una free-press liberamente distribuita. Il formato,
l’impaginazione, la scansione delle pagine era la stessa, non però i
contenuti. La testata del «giornale» autoprodotto è quella di una nota
free-press presente sia a Roma che a Milano. Ma con quell’aggiunta, che
in Italia ha precedenti nelle operazioni dissacranti del Male e che al
di fuori dei confini italiani si chiama subadvertising: lo stesso mezzo
per messaggi differenti..
Stampata in cinquantamila copie e diffusa gratuitamente, il
giornale si chiama City, come appunto la nota free-press, ma con
l’aggiunta «of Gods». Apertura, titoli e pagine interne tutte dedicate
all’uso sempre più diffuso di free-lance, giornalisti a cottimo, a
progetto, tutti pagati pochi centesimi a riga e senza nessuna di quelle
garanzie della categoria che l’intransigenza degli editori vorrebbe
fare carta straccia. Un giornale composta da brevi articoli trasudanti
ironia e sempre sul crinale del paradosso per mettere a nudo ciò che i
«precari e le precarie dell’informazione» sanno bene. I giornali e i
magazine e informazione tv vedono al lavoro un esercito di «invisibili»
che gli editori vogliono manovrane come meglio credono per far
lievitare le inserzioni pubblicitarie. E così City of Gods presenta una
(immaginaria) intervista al rappresentante degli editori, Boris
Bianchieri, che spiega perché la linea d’ombra tra informazione e
pubblicità deve essere estesa a tutta l’informazione.
Da qui la decisione degli editori di rimuovere l’ultimo ostacolo –
il contratto nazionale di lavoro – che si frappone tra loro e la
pubblicità . I redattori non sono teneri neanche con li giornali di
sinistra, come quando denunciano che la pratica di usare precari non è
infatti sconosciuta nelle testate storiche della sinistra. E che i tre
sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil hanno, negli anni passati, ma
anche recentemente, basti pensare al caso Atesia, sottoscritto accordi
e dato il via libera a leggi e leggine che hanno istituzionalizzato la
precarietà nel mondo del lavoro. Come ogni giornale che si rispetti, il
giornale distribuito ieri a Milano è diviso in sezioni.
Così, l’apertura è dedicata al rifiuto dei Pacs, ma con una
avvertenza: l’unione di fatto di cui scrivono i redattori di City of
Gods non è quella sentimentale, bensì quella tra editori e
pubblicitari. Il secondo titolo è invece dedicato alla notizia bomba
dell’abolizione del canone Rai e che i giornali saranno distribuiti
gratis, perché saranno prodotti con software che selezioneranno le
informazioni e costruiranno gli articoli in linea con i desideri degli
inserzionisti. Notizie immaginarie, ma la lettura del giornale riserva
non poche sorprese.
Come nelle schede di accompagno dei pezzi «portanti»: le notizie lì
presenti non sono immaginarie. E’ da alcuni mesi che a Milano gruppi di
precari hanno cominciato a dialogare con «colleghi» dei media.
Incontri, seminari, convegni per stabilire differenze e ripetizioni
nelle rispettive condizioni di lavoro. Alcuni dei gruppi di precari
hanno alle spalle il percorso della MayDay e di Serpica Naro. Da qui
l’idea di dare vita a «Cospirazione precaria», luogo aperto per
raccogliere informazioni e costituire una mappa del lavoro precario,
utilizzando un un sito Internet dove ogni precario o precaria può
segnalare cosa accade nel suo posto di lavoro (www.autistici.org/ip).Un
lavoro di «intelligence» per mettere in comune informazioni. Ma il
sapere diventa potere, dicono quelli che hanno prodotto City of Gods,
solo quando di diffonde capillarmente per dare vita ad azioni comuni..
E la free press diffusa ieri ha visto il contributo di giornalisti e
non solo. Con un comunicato «i cospiratori» annunciano che quella di
ieri sarà la prima di una serie di incursioni nella carta stampata. In
solidarietà con i giornalisti, ma anche per non delegare a nessuno le
storie di ordinaria precarietà .
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