Pubblichiamo l’appello del Bin-Italia, l’associazione che promuove l’introduzione del reddito garantito in Italia. Piccolo riassunto per i più distratti: la regione Lazio amministrata dal centro sinistra approvò una legge per il reddito tutto sommato discreta. Col passaggio di giunta l’efficacia della legge è stata fortemente ridotta tagliandone i fondi. Un modo come un’altro per svuotarne l’efficacia.
APPELLO. Questo appello vuole raccogliere la sensibilità delle associazioni, della società civile, delle personalità culturali ed accademiche, dei singoli cittadini per l’attuazione della legge regionale del Lazio sul Reddito Minimo Garantito come primo esperimento nazionale di costruzione di un sostegno al reddito per contrastare la disoccupazione, la precarietà e le nuove povertà.
Il 4 marzo 2009 la Regione Lazio ha istituito una legge per il “reddito minimo garantito per precari, disoccupati ed inoccupati” come misura di sostegno al reddito per i cittadini nel Lazio che vivono al di sotto di 8mila euro annui. All’avvio della legge sono arrivate ben 115mila richieste, una cifra imponente tenuto conto che la Regione aveva individuato, come avviamento della legge, solo nel target 30-44 anni coloro che potevano fare domanda. Questo numero cosi alto di domande ha attestato l’urgenza di un intervento come la garanzia di un reddito minimo nel nostro paese a favore di soggetti che non godono di protezioni di altra natura, a cominciare dagli ammortizzatori sociali.
Riteniamo per questo, in tempi di crisi economica cosi acuta e pervasiva e nell’anno europeo di lotta alla povertà, che questa legge possa e debba essere sostenuta e rilanciata come sperimentazione utile alla realizzazione
di una misura nazionale.
Rilevato che il diritto al reddito minimo garantito è riconosciuto dall’art. 34 terzo comma a della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue che con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona è divenuta obbligatoria, come un fundamental
Consiglio d’europa ( artt. 30 e 31) e dalla Carta dei lavoratori e delle lavoratrici comunitari del 1989 (art. 10); considerato che il Parlamento europeo con una recente Risoluzione ha invitato tutti i paesi membri ad adottare sistemi di garanzia di tale diritto, ritenendoli indispensabili per salvaguardare la dignità essenziale di ogni cittadino europeo; atteso che la detta Strategia 20-20 prevede come obiettivo comune la riduzione del 20% del numero dei poveri in Ue e che lo strumento del sostegno al reddito per coloro che sono esposti al rischio di esclusione sociale è la misura più diretta ed efficace per combattere l’emarginazione sociale, soprattutto nei confronti di soggetti esclusi da tempo dal mercato del lavoro; ricordato che nonostante la situazione di colpevole inerzia del nostro paese stigmatizzata più volte nelle sedi europee, la Regione Lazio nel 2009 ha approvato una legge sul reddito minimo garantito che prevede un
aiuto pari a 580 euro mensili ai soggetti con una capacità contributiva inferiore agli 8.000 euro annui; ricordato che hanno fatto richiesta di tale aiuto oltre 115.000 persone e che, in relazione ai fondi stanziati, la Regione ha deciso di accogliere solo una percentuale di queste; ritenuto che il ritardo nei pagamenti costituisce una violazione di un diritto sociale fondamentale e che appare del tutto ingiustificabile trattandosi di spese con carattere di urgenza indilazionabili visto lo scopo alimentare del sussidio per soggetti non coperti in alcun modo da altre protezioni come gli ammortizzatori sociali; ritenuto che non attuando questa legge si cancellerebbe un’iniziativa che si distingue per la sua sensibilità sociale e per avere razionalmente risposto, in chiave di sussidiarietà e di tutela della dignità essenziale della persona, alle indicazioni europee e alle necessità di salvaguardare i bisogni sociali di carattere primario che proprio l’alto numero di richiedenti dimostra.
Invitiamo la Regione Lazio a provvedere all’immediato pagamento del sussidio dovuto ai soggetti già selezionati; a provvedere ad un nuovo e maggiore finanziamento della legge anche con il diretto coinvolgimento ed impegno del Governo italiano cosi da dare risposta a tutti coloro che ne faranno richiesta e che ne hanno necessità anche nella prospettiva dell’adozione di una legge statale in materia.
Per tutto ciò ti chiediamo di firmare questo appello inviando una mail a
info@bin-italia.org :
Associazione Bin Italia
Aggiornamenti sulle adesioni all’appello:
http://www.bin-italia.org/informa.php?ID_NEWS=249