La Regione sospende per un mese dalle funzioni e dallo stipendio un funzionario dell’assessorato alla Sanità che in un suo libro ha accusato Comunione e liberazione di “aver dato l’assalto al potere della Lombardia”. La denuncia è dei consiglieri regionali di Verdi, Pd e Sinistra. Il Pirellone: “Accuse fuori luogo. Quel funzionario ha violato la legge”
Il volume è scaricabile da alcuni giorni sul sito on line www.teopol.it, anche se alcune anticipazioni erano in circolazione già da gennaio. L’accusa principale fatta al movimento fondato da don Giussani è «di non avere eguali tra i movimenti ecclesiastici che controllano un’amministrazione pubblica con un bilancio da venti miliardi di euro». Inoltre, nelle 130 pagine del saggio, sono riportate, ad esempio, le citazioni di articoli di stampa e esperti che parlano dei criteri utilizzati in questi anni dal Pirellone per nominare i direttori sanitari e i primari delle strutture ospedaliere della Lombardia.
Per questo De Alessandri è stato sospeso per un mese dalla funzioni e dallo stipendio, stando a quanto denunciano i consiglieri regionali dell’opposizione Carlo Monguzzi, Giuseppe Civati e Mario Agostinelli, che hanno presentato sul caso una interrogazione urgente alla giunta del Pirellone. Il provvedimento disciplinare è arrivato dopo una serie di richiami scritti del responsabile dell’u fficio del Personale della Regione Michele Camisasca. L’ultimo, del 18 settembre, proponeva addirittura un patteggiamento: la riduzione della punizione a soli dieci giorni in cambio dello stop alla pubblicazione del libro.
Secondo i consiglieri regionali di Verdi, Pd e Sinistra, l’accusa è quella di aver violato «l’obbligo generale di diligenza», di «aver riportato nel testo notizie denigratorie del suo datore di lavoro, con oggettivo discredito dell’amministrazione regionale, del suo presidente e dei suoi singoli amministratori» e infine di «aver utilizzato a fini privati le informazioni di ufficio. Ma chi è il datore di lavoro di De Alessandri? La Regione o Comunione e liberazione? Si tratta di un provvedimento ingiusto e persecutorio che viola la libertà di pensiero».
All’assessorato regionale alla Sanità cadono dalle nuvole, spiegano che il provvedimento non è partito da loro, e lamentano di non essere nemmeno stati consultati. Pronta, invece, la replica del Pirellone che in una nota definisce «del tutto fuori luogo e priva di fondamento» la polemica sollevata dagli esponenti del centrosinistra.
«La sanzione comminata a Enrico De Alessandri — spiega la Regione — non riguarda affatto le opinioni che ciascun cittadino ha diritto di avere e di esprimere nel rispetto delle leggi, ma è derivata da precise violazioni del Contratto collettivo nazionale di lavoro e del Codice etico di comportamento dei dipendenti della giunta regionale. Non sono in questione idee o opinioni politiche ma le precise indicazioni legislative che vietano a qualunque dipendente (pubblico o privato che sia) di diffondere notizie denigratorie sul proprio datore di lavoro, provocando un danno, in questo caso, all’a mministrazione regionale. Non c’è stata e non ci sarà mai da parte di Regione Lombardia alcuna discriminazione o messa in discussione della libertà di pensiero. D’altra parte tutti i dipendenti sono tenuti al rispetto delle leggi e delle regole del lavoro».
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