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										 Anche i precari e le precarie scioperano, dimostrando che possono riprendersi un diritto a loro negato nei fatti dai ricatti a cui sono sottoposti, e che è possibile raccogliere la solidarietà degli altri lavoratori e dei cittadini. È stato un grande successo lo sciopero delle educatrici delle Coop Meta, 3Effe e Sociale della Brianza che venerdì 29 novembre non hanno lavorato e hanno invece partecipato al presidio sotto la sede del Consorzio Comunità Brianza che riunisce le tre cooperative in via Gerardo dei Tintori, 18 a Monza. 
Da mesi le lavoratrici che chiedono il rispetto del loro contratto nel cambio d´appalto che ha interessato il Consorzio Desio Brianza – il Codebri comprende i comuni di: Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Desio, Nova Milanese, Muggiò, Varedo –  hanno subito un taglio degli stipendi di oltre il 38%. 
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Il 30 novembre scenderanno in sciopero, contro le cooperative e le amministrazioni. Sono gli educatori del servizi educativo e di assistenza per l’integrazione scolastica, del servizio di assistenza alla comunicazione disabili sensoriali e servizio educativo e di assistenza domiciliare  del consorzio Desio e Brianza, dipendenti delle Cooperative del Consorzio Comunità Brianza (Meta, Tre Effe, Sociale della Brianza).
 Le loro rivendicazioni sul blog educatorisenzadiritti.noblogs.org 
Fatti una foto con il cartello! Supporta gli educatori! (partecipa): 
cartello – cartello 1 – cartello 2 – cartello 3 – cartello 4 – cartello 5 
 								 	
						
		
								
										 Settimana scorsa, con maggior o minor enfasi a seconda del diverso livello di sudditanza al governo Monti, numerosi sono stati i commenti dei quotidiani italiani relativi all’andamento del mercato del lavoro pubblicati dall’Istat. 
Riguardo ad essi, due sono i principali elementi da segnalare: l’aumento del tasso di disoccupazione al 10,7% e il record raggiunto dalla disoccupazione giovanile, oggi pari al 35,1%. In un solo anno sono stati creati quasi 600.000 nuovi disoccupati. Si tratta di dati drammatici che evidenziano l’acuirsi della crisi e che non sorprendono, dal momento che nel corso dell’ultimo anno sono stati ben cinque i provvedimenti di austerity presi dai governi in carica, una manovra recessiva di quasi 100 miliardi di euro. 
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