Nuove Faq sul Welfare metropolitano

Dopo le risposte alle prime domande più comuni, approfondiamo l’argomento Welfare metropolitano con altre cinque domande e risposte sul reddito.



7. Perché chiedere continuità di reddito è l’opposto dell’assistenzialismo?

Oggi l’attività lavorativa vera e propria eccede quella certificata dal rapporto di lavoro. Tempo di trasporto, tempo di formazione, tempo di affetto, tempo di cura, tempo di consumo: tutto produce ricchezza. E noi siamo di stufi di produrre gratis per altri. La lotta per la continuità di reddito di oggi equivale alla lotta per il salario degli anni ’70: la continuità di reddito consente di remunerare quel tempo di lavoro che non è oggi remunerato. E ciò vale in particolare per le donne, storicamente adibite a svolgere lavoro gratuito e domestico. Condizione oggi non più sopportabile! La chiamano assistenza, ma è solo restituzione del maltolto!

8. Perché chiedere continuità di reddito aizza il conflitto e non lo sostituisce?

Continuità e sicurezza di reddito diminuiscono la ricattabilità individuale, la dipendenza, il senso di impotenza che la fanno da padrone. Significa avere le premesse per sviluppare il conflitto. Lo dice la storia, lo dicono anni di esperienza di lotta. Quando si ha fame, si fanno le rivolte e magari si ottengono delle vincite. Ma a noi non interessano le vincite, ci interessa la vittoria.

9. Perché la continuità di reddito è un obiettivo immediato e concretamente realizzabile ora?

Se oggi il luogo di produzione è il territorio, l’azione sindacale si deve adeguare. Aprire una vertenza sociale e biosindacale per una cassa sociale per il reddito e i servizi significa presentare una piattaforma rivendicativa nel luogo di produzione di oggi. La lotta per il salario e il miglioramento delle condizioni di lavoro diventa così lotta per il reddito e per i servizi, con il fine di migliorare le nostre condizioni di vita. Non sono gli obiettivi a essere non immediatamente raggiungibili o concretamente realizzabili, piuttosto lo sono gli strumenti di lotta e le forme della rappresentanza, che devono essere riadeguati al contesto territoriale e metropolitano di oggi. Detto in altri termini: l’obiettivo della continuità di redito non è meno immediato e concretamente realizzabile di quanto non lo siano altri obiettivi complementari sul territorio.

10. Perché un bilancio sociale fondato sulla garanzia di reddito e di libero accesso ai beni sociali snellisce la pubblica amministrazione, fa diminuire la corruzione politica e mafiosa, riduce gli sprechi?

Oggi, i servizi sociali e le politiche di welfare sono assegnate a più assessorati contemporaneamente: l’assessorato al lavoro gestisce i sussidi alla disoccupazione indipendentemente dalle scelte fatte dall’assessorato alle politiche sociali, quello ai trasporti segue logiche che nulla hanno a che fare con l’assessorato all’urbanistica e via dicendo. Questo genera mancanza di trasparenza, doppioni, sprechi, moltiplicazione dei centri di potere. Un bilancio autonomo del welfare (così come un bilancio ambientale) deve contemplare in modo omogeneo le spese sociali e le entrate che le finanziano; si rendono  razionali e trasparenti entrate e uscite relative a tutte le tematiche del welfare (continuità di reddito e erogazione dei
servizi sociali). Inoltre consente di tagliare orizzontalmente i centri di potere verticali degli odierni assessorati, spesso subordinati alle oligarchie politiche ed economiche dei poteri forti e corruttori.

11. Perché le organizzazioni sindacali dovrebbero essere a favore di una cassa sociale per il reddito?

Nel contesto economico attuale produzione e riproduzione sono interconnesse, la distinzione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale tende a essere meno rilevante, tempo di lavoro e tempo di vita tendono a mischiarsi: lo dimostra il fatto che dopo un secolo di riduzione, l’orario di lavoro negli ultimi vent’anni ha cominciato a crescere. La lotta per il reddito e per un nuovo welfare interviene direttamente dentro le condizioni di lavoro come premessa per incidere sulla stessa organizzazione del lavoro, sul tempo di lavoro, sul livello di ricattabilità e subordinazione che fanno dipendere il lavoro dal capitale. Non c’è più separazione tra politiche del lavoro e politiche di welfare. Avete mai visto un sindacato che non abbia come obiettivo quello di migliorare il salario e le condizioni di lavoro? Se rispondete di sì, è probabilmente perché è contrario alla continuità di reddito!

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