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										"Affinità e divergenze fra il compagno Gino Tedesco e noi"
 
Ospite: Gino Tedesco (Cobas) 
 
  
Fra i fondatori, negli ultimi anni del passato millennio, del collettivo 
contro la precarizzazione, esperienza premonitrice e atipica nel 
panorama Longobardo. Esponente dei cobas, battibeccherà con noi sulle 
questioni riguardanti il sindacalismo di base ( i suoi limiti e le sue 
virtù ) i miti e le leggende concernenti la soggettività precaria ed 
infine, se gli reggerà la pompa *, ci si confronterà sulle nuove 
possibili/necessarie  forme di conflitto e di organizzazione nel viscido 
magma della precarizzazione.
 
Porterà i suoi amici e noi porteremo i 
nostri e per quanto gli si riconosca intelligenza e onestà ( doti rare ) 
non mancheremo di "pressarlo" ben bene.
 
L’incontro si terra’ presso:
  
XXY
  
Via Bianchi d’Espinosa ang. Via Graziano Imperatore
  
quartiere Niguarda, Milano
  
MM3 Maciachini + tram 4 fermata Niguarda Centro
 
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										"Affinità e divergenze fra il compagno Cremaschi e noi"
 
Ospite: Giorgio Cremaschi (Fiom) 
 
 
 
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										18 settembre 2007
  
18 settembre 2007
 
dal Il manifesto
 
«Ceduti» in 914, grazie alla legge 30
 
Procedura aperta Comdata è 
il partner prescelto per i call center di Ivrea, Padova, Milano, Roma 
e Napoli. Assemblee spontanee in tutti i luoghi di lavoro e sciopero 
da organizzare nelle prossime settimane
 
Francesco Piccioni
 
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Volantino distribuito sabato 22 settembre davanti al negozio di vodafone di via orefici a Milano in solidarietà ai lavoratori Vodafone.
 
 
[volantino Lavoratori del call center Milano]  [volantino RSU Vodafone Milano]
 
Innanzitutto diamo senso alle parole. 
Esternalizzare: voce del verbo precarizzare. In termini legali si 
chiama cessione di ramo d’azienda, ed il più bel regalo alle 
imprese contenuto nella legge trenta.  
In questo caso permette alla Vodafone 
di "cedere" ad altra azienda 914 dipendenti, come pacchi 
postali, in equilibrio precario sulle sponde del licenziamento. Ad 
Ivrea, a Padova, a Milano, a Roma, a Napoli. Che sia chiaro, il 
meccanismo è più sottile. Prima i lavoratori che si 
trasferiscono mantengono tutti i diritti, dopo diciamo un paio d’anni 
i diritti cominciano a svanire, il lavoro a peggiorare, e la 
precarizzazione si mostra per quello che è: competizione, 
ricatto, peggioramento delle condizioni e dei salari. Risultato? In 
sei anni pochi dei 914 lavoratori/lavoratrici Vodafone rimarranno 
tali. 
 
O almeno questo è ciò 
che si aspettano Vodafone e la “acquirente” Comdata. Perchè?! 
Perchè ad ogni azione corrisponde una reazione e non è 
detto che le cose vadano sempre come previsto.
 
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In questo breve studio vi è un capitolo estremamente esplicativo di ciò 
che intendiamo per “precarizzazione assoluta”. Per quanto selvaggia, 
oggi la precarietà è un prodotto del mercato del lavoro. Certo, i 
governi l’hanno favorita e legiferata ma in questo momento il lavoratore 
ha come controparte l’azienda o l’amministrazione, come nel pubblico 
impiego. Una riforma come quella che il ministro Damiano sta studiando 
invece introduce una forma di precarizzazione mista, prodotta dal 
mercato e controllata dallo stato o dagli enti locali. Un sistema di 
questo tipo non avrebbe rivali sociali. Leggere  e ricordare per credere.
 
 
2 capitoli tratti da
  
 Sergio Bologna
 
ed. Manifesto Libri 
Dicevamo, per riprendere il discorso sul Partito comunista e per cercare 
di capire le sue difficoltà, anche nel momento dei suoi maggiori 
successi elettorali, che il suo potere virtuale nella società gli 
derivava dall’ essere la maggiore organizzazione politica presente tra 
la massa dei disoccupati; questo significa che la vera controparte 
istituzionale della base comunista era l’amministrazione del Ministero 
del Lavoro addetta alla gestione dei sussidi di disoccupazione, cioè un 
apparato complesso e capillare, una delle colonne dello Stato 
weimariano; il Partito comunista doveva dimostrare la sua abilità nell’ 
organizzare e gestire i conflitti sociali non sui luoghi di lavoro ma 
sui luoghi dell’ assistenza.
 
Perciò è di fondamentale importanza, per 
capire la crisi di Weimar e il passaggio al nazismo, conoscere a fondo i 
meccanismi di controllo, di selezione e di disciplinamento di cui 
l’apparato assistenziale poteva disporre. L’aumento vertiginoso della 
disoccupazione conferì a questo apparato poteri larghissimi nella 
fasefinale della Repubblica. potremmo dire che lo Stato, agli occhi del 
cittadino, non aveva altro volto identificabile se non quello dell’ 
apparato assistenziale. I poteri discrezionali di questo apparato 
aumentarono man mano, la sua funzione di "sportello di sussidi" fu 
gradualmente sostituita dalla funzione di "raccolta d’informazioni sulla 
persona".
 
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