Sinistra unita per riscrivere la 30

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Wind, spensieratezza ed evasione nelle esternalizzazioni

Di tutte le compagnie telefoniche la Wind è quella che ha scelto di
rappresentarsi, di fronte ai propri potenziali clienti, nel modo più
giovane e gaio possibile.

Il simbolo, di color arancio acceso, sembra essere un’ unione
spensierata di due sorrisi che formano quella sagoma gentile con cui
noi tutti, da bambini, disegnavamo i gabbiani. Due semplici tratti che
non possono che indurci in tentazione: la spensieratezza, l’evasione,
la leggerezza dei pensieri sono un lusso e come tale devono essere
trattati. Con parsimonia e delicatezza.

O forse no ! a ben vedere quel pallino potrebbe sembrare un capo che
trasforma la figura in un gesto, in una movenza agile, graziosa ma
naturale come di un ballo liberatorio e non il prodotto di un esercizio
perfetto faticosamente ottenuto.

Ma siamo sempre lì e ve lo dovete infilare nella zucca: la Wind è
un’azienda gaia da sempre; è allegra per natura e desta in tutti una
simpatia tale da rendere Fiorello Giovanni e Giacomo delle semplici
comparse.

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Wind: perchè 275 lavoratori via in un soffio?

lun5febbraio romaI risultati economici che Wind ha ottenuto nei primi nove mesi del 2006
forniscono un’idea positiva dello stato di salute di questa azienda ( Scarica il pdf del comunicato stampa dei risultati economici ) .

Crescono decisamente sia gli utenti che i ricavi. Raggiunge un utile di
56 milioni di euro, una diminuzione del proprio indebitamento, e si
conferma quindi come il secondo gestore di telefonia fissa dopo
Telecom e il terzo di telefonia mobile nazionale.

Un bilancio certamente positivo molte volte suggellato da aumenti a
doppie cifre che sembra voler risaltare, prima ancora che l’attivo, un
risultato attrattivo.

E’ una specie di spottone che dice " guarda che ci siamo, stiamo in buona salute, credi in noi !"

Il 2006 Wind lo chiude proprio così: con lo sguardo fiero rivolto ai
propri azionisti, ai propri finanziatori ed ai propri clienti e con un
sorriso e un augurio di prospero 2007 ai propri lavoratori.

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Caprotti sceglie i suoi eredi

Da:
"wallstreetitalia", 1 febbraio 2007

CAPROTTI
SCEGLIE I SUOI EREDI INDUSTRIALI -(di Camilla Conti)

Dopo i rumor di
vendita il patron della catena di supermercati Esselunga ha delegato
alcuni poteri ai suoi due vicepresidenti Paolo De Gennis e Giovanni
Maggioni. Che ora potranno anche sottoscrivere gli atti necessari
alle operazioni immobiliari.

MILANO
Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e
non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street
Italia, che rimane autonoma e indipendente
.

(WSI)
– Il patron di Esselunga, Bernardo Caprotti, non finisce di
sorprendere. Dopo i rumor di vendita che ormai da due anni danno la
catena di supermercati come la più corteggiata del business
della grande distribuzione, l’imprenditore milanese sembra aver
deciso di scommettere sui top manager più fidati. Magari
abbandonando il progetto di cessione che, nonostante i ripetuti
contatti con colossi stranieri del calibro dell’americana Wal Mart
e dell’inglese Tesco, non è mai andato oltre le parole.

Fanno così immaginare un cambio di strategia i provvedimenti
varati dal consiglio di amministrazione di Esselunga del 12 dicembre:
Caprotti ha infatti deciso di avvalersi della possibilità  di
delegare alcuni poteri ai suoi due vicepresidenti Paolo De Gennis e
Giovanni Maggioni
che ora potranno anche sottoscrivere in nome e per
conto della società  tutti gli atti necessari per le operazioni
di natura immobiliare. Tali poteri, si legge nel verbale del cda,
comprenderebbero soprattutto «l’acquisto e la vendita di beni
immobili, la stipula di convenzioni urbanistiche o la costituzione di
diritti reali su beni immobili».

Del resto il tesoro in mattoni
(stimato attorno ai 600 milioni) è stato preventivamente messo
sotto chiave dallo stesso Caprotti nei mesi scorsi scorporando gli 84
supermercati di proprietà  in una nuova società 
denominata La Villata con sede a Milano e capitale sociale di 45
milioni. L’eredità  industriale dell’ultraottantenne
Caprotti potrebbe dunque essere lasciata ai manager più
fidati, De Gennis in primis, piuttosto che all’erede naturale –
ovvero il primogenito Giuseppe – allontanato dalla gestione operativa
dell’azienda per aver rivolto troppo le attenzioni all’e-commerce,
al biologico e alle tematiche filo ambientaliste
.

Una
riorganizzazione preventiva che, almeno per adesso, non prelude ad
una uscita di scena del patron che alla fine del 2006 non ha esitato
a investire 300mila euro per comprare due pagine pubblicitarie sui
quotidiani nazionali e rispondere per le rime alle Coop e al governo
sulla necessità  di mantenere in Italia il patrimonio
alimentare del gruppo di Pioltello
.

Sul fronte dei conti, intanto,
Esselunga si prepara a chiudere il 2006 con un bilancio record vicino
a 5 miliardi
dopo un già  ricco 2005 chiuso con un giro
d’affari di 4,3 miliardi (più 4,8% rispetto al 2004) e un
utile netto di 107,2 milioni grazie alla drastica cura dimagrante sul
fronte dei costi e dei prezzi di vendita. Nella sola giornata del 23
dicembre il gruppo milanese della grande distribuzione avrebbe messo
a segno un fatturato di 57 milioni di euro.

 

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Le liberalizzazioni del decreto Bersani e la GDO

Le
liberalizzazioni del decreto Bersani e la GDO

Noi ce ne occupiamo oggi
cercando di capire come la Grande Distribuzione verrà  colpita
(tendenzialmente in bene) dai provvedimenti del Decreto.

BENZINA. E’ sicuramente
l’aspetto più controverso. Bersani e i suoi hanno previsto sia
delle norme per una maggiore trasparenza sui prezzi, sia una vera e
propria apertura del mercato a favore dei retailer della GDO. Finora,
infatti, ci sono stati solo dei timidi approcci da parte dei
Protagonisti della grande distribuzione, sfavoriti dagli iter
normativi necessari. A titolo di esempio: Leclerc ci ha messo tre
anni ad aprire un distributore con la sua insegna presso il Centro
Commerciale di Gallicano (vicino Lucca). Fra un po’ il mercato
potrebbe apparire molto più vicino a quello transalpino. In
Francia, infatti, oltre il 55% della benzina viene venduto dai
distributori della GDO che in Italia sono solo 8 (suddivisi fra
Auchan, Leclerc e Conad) su oltre 22.000 complessivi. Ma di questo ne
avevamo già  parlato in un paio di occasioni. In ogni caso vi
segnalo questa intervista a Onder Vecchi, responsabile delle
partecipazioni commerciali di Coop Consumatori NordEst, che comincia
a fare un po di ipotesi sulle "iniziative commerciali" che
fra un po’ potremo vedere.

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Reddito di Base

San Precario

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