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Il Jobs Act è sulla bocca di tutti da mesi, ma in pochi hanno capito davvero cosa sia. Il governo ha presentato diversi provvedimenti, ma nel caos di annunci e smentite non è facile vederci chiaro… Quali saranno i nuovi contratti? quali diritti e tutele? che cosa cambia per le p.iva? E soprattutto: come ci si può difendere ai tempi del Jobs Act?
Il punto San Precario e Spazio Ufficio Condiviso vi invitano a Piano Terra per parlarne insieme, con l’aiuto di due addetti ai lavori: Massimo Laratro, avvocato, e Andrea Annoni, commercialista.
Mercoledì 25 febbraio @ Piano Terra, via Confalonieri 3, Milano
1. Ha ragione Renzi quando afferma che con l’approvazione definitiva del Job Act l’Italia volta pagina. L’Italia cambia, e sicuramente in peggio.
2. Il Job Act segna la definitiva chiusura del processo di precarizzazione del mercato del lavoro in Italia. Nel momento stesso in cui la precarietà diventa condizione istituzionalizzata di lavoro e di vita e quindi fattispecie “tipica” dei rapporti di lavoro, essa smette di rappresentare un problema. Non essendo più eccezione ma norma si dà per risolta ogni contraddizione a essa correlata.
Mi chiamo Sergio. E’ un appello quello che vi sto per leggere. L’ho scritto io. E’ rivolto ai cittadini milanesi, a tutti gli italiani ma soprattutto ai giovani. Parla del lavoro gratuito per l’Expo di Milano. Un vero schifo, una vergogna, in un Paese con più del 40% di disoccupazione giovanile e con almeno 4 milioni di precari che vivono in mezzo a mille difficoltà. Prosegui la lettura »
Le trasformazioni della composizione tecnica e politica del lavoro, verso una composizione sociale in cui l’uno si è fatto in due, impongono un ripensamento nelle forme della rappresentanza e del conflitto. A proposito di un dibattito in corso per pensare un nuovo sindacalismo.
La precarietà istituzionalizzata
Le recenti lotte nel settore della logistica hanno dimostrato l’esistenza di una tensione conflittuale mai doma, ma, al momento attuale, per limiti oggettivi e per la particolarità della situazione e della composizione tecno-sociale del lavoro, non sono (ancora?) in grado di farsi forza trainante. Nel corso dell’ultimo anno si è anche sviluppato un poderoso movimento per la casa e gli sgomberi recenti lo rendono ancor più attuale, visto che si tratta di una necessità di vita.
Non passa giorno che il nuovo governo Renzi, forte del 40% ottenuto alle elezioni europee, non emani una declamatoria in nome della semplificazione e delle riforme (Costituzione, Giustizia, Tasse, Legge elettorale, ecc.). Finora alle parole non sono seguiti i fatti. Con un’eccezione significativa: il mercato del lavoro. In questo campo, l’attivismo del governo – bisogna riconoscerlo – è stato particolarmente vivace e la trasformazione del decreto Poletti in legge, come prima parte del Jobs Act, ne è la testimonianza. E’ quindi necessario analizzare dove questo attivismo vada a parare. E il quadro che si prospetta non promette nulla di buono per i precarie e le precarie (siano essi/e occupati/e in modo stabile, in modo atipico o disoccupati/e). Nulla di nuovo sotto il sole, anzi d’antico….