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Dopo gli Stati Generali 3.0 a Roma, dopo le azioni che hanno propagandato lo sciopero precario il giorno dello sciopero generale, le incursioni di San Precario al Salone del libro di Torino e le ultime mobilitazioni in varie città d’Italia contro le società di riscossione crediti in nome del diritto all’insolvenza, la costruzione dello sciopero precario è sempre più
impellente e imprescindibile.
In varie città d’Italia si stanno creando i laboratori per la costruzione dello sciopero precario. Non partiamo da zero. Prosegui la lettura »
Oggi, 26 maggio 2011, un gruppo di precari e precarie hanno fatto gentile visita all’Assofin, a Milano, in via Toti 4. Dopo aver esposto uno striscione e volantinato riscuotendo grande attenzione da coloro che uscivano dagli uffici, una piccola delegazione è entrata nella sede dell’associazione di categoria delle finanziarie per parlare con il suo responsabile e consegnarli una lettera da inoltrare ai direttori delle società finanziarie che fanno parte di Assofin. Dopo una prima reazione cordiale, il responsabile ha capito che non era per niente uno scherzo e ha cercato di liquidarci sostenendo di non essere abituato ad incontri senza appuntamento. Purtroppo per lui la precarietà non prende appuntamento: è tempo di sottrarsi al ricatto. Chi ci precarizza si fa dare i soldi dai soci di Assofin e non ci paga, ma noi dovremmo saldare i nostri debiti e consentire al circolo vizioso di sfruttarci due volte. E’ ora di dire basta.
Nel mese di ottobre dell’anno scorso San Precario ha incontrato i quattro candidati alle primarie di Milano e ha sostenuto un confronto verace e vivace, privo di fronzoli e ricco delle esperienze che hanno agitato la Milano precaria negli ultimi dieci anni. Al termine dell’incontro i devoti di San Precario hanno sorpreso la platea proponendo ai candidati un contratto con i precari e le precarie composto da sette punti.
I candidati, chi prima e chi dopo, hanno firmato il contratto proponendo minime modifiche/correzioni. Tanti mesi sono passati da quell’incontro e parecchie cose sono accadute in Italia e altrove. Fra i quattro candidati si è imposto Pisapia che ha battuto al primo turno la Moratti, e sta correndo per il ballottaggio. Intanto la precarietà picchia se possibile ancora più duro e la vita delle generazioni precarie è ancora più incerta e più ricattata. Fortunatamente la Mayday, il primo maggio dei precari e delle precarie, ha popolato di speranza le strade di Milano, e decine di migliaia di giovani e meno giovani hanno dimostrato che la rabbia e il protagonismo precario sono vivissimi.
Abbiamo rivolto a Giuliano Pisapia pochissime domande, sperando che questa breve intervista diventi un memorandum capace di ricordarci quali sono le sfide che fin da domani ci aspettano (visto che non tutti i cambiamenti sono evoluzioni)
San Precario: Pisapia, ti ricordi del contratto con i precari?
Giuliano Pisapia: Mi ricordo del contratto, dell’assemblea e, soprattutto, mi sono sempre ricordato dei precari e delle precarie. Anzi, considero il tema della precarietà una questione prioritaria, specie in una città come Milano, anche se non è stato per nulla facile parlarne in questa campagna elettorale. Cioè, ne parlavamo soltanto noi, mentre il sindaco uscente e la sua coalizione hanno ignorato completamente la questione, così come peraltro hanno ignorato la maggior parte dei problemi che riguardano la vita quotidiana dei milanesi e delle milanesi. Hanno preferito buttarla in rissa, agitando bugie e diffamazioni contro di me e chi mi sostiene e tentando di attizzare le paure ed i rancori.
Crediamo che nei referendum del 12 e 13 giugno prossimi ci siano due piani che si intersecano.
Il primo è quello sostanziale: da sempre sosteniamo che la precarietà sia ormai una condizione pervasiva ed esistenziale e non già solo lavorativa, ma legata ad aspetti quali la mobilità, i territori, la casa e gli affetti.
Di conseguenza, abbiamo sempre rivendicato diritti generalizzati legati anche all’accesso ai beni comuni.
Per questo l’idea stessa che un bene assolutamente primario e irrinunciabile come l’acqua diventi fonte di profitto ad appannaggio di soggetti privati per noi è semplicemente inaccettabile.
Il secondo piano è quello formale: troviamo vagamente irritante che, in questa repubblica delle
banane in cui l’arroganza populista del potere si riempie sempre la bocca di parole quali “volontà popolare”, quello stesso potere faccia di tutto per sabotare una delle rare occasioni in cui ci può essere un’espressione diretta di tale volontà, senza mediazioni.
San Precario dunque va ai referendum e si impegna a sostenere tutte le reti della società civile che sono impegnate in questa battaglia.
Un'immagine diffusa dalla Rete Viola per invitare la cittadinanza a votare sì ai 4 referendum
Da un po’ di tempo da Torino non arrivavano buone notizie. Dal Lingotto poi. Se nessuno ricorda più il discorso di Veltroni che lanciava la sua candidatura alla guida del PD, sicuramente molti ricordano i continui attacchi ai lavoratori che il ben più influente Marchionne è solito proferire da quella sede.
In occasione del XXIV Salone Internazionale del Libro, San Precario – evocato dai ReRePre, la Rete dei Redattori Precari ovvero dai lavoratori e dalle lavoratrici che rendono possibile la pubblicazione dei libri – ha deciso di farsi un giro tra gli stand della fiera.
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