Se c´è una cosa che gli Stati Generali della Precarietà hanno confermato, è la potenza della condizione precaria e la matura consapevolezza delle sue ragioni.
La due giorni di dibattiti, incontri, contatti e contaminazioni che si sono svolti a Milano il 9 e 10 ottobre hanno infatti mostrato una ricchezza di partecipazione, comunicazione e proposte come non si vedeva a tempo, soprattutto in una realtà come quella milanese, asfissiata dalle politiche securitarie avvelenata dalla repressione e dal ricatto della precarietà. Circa 500 persone in due giorni hanno partecipato ai 9 workshop che hanno caratterizzato questa prima edizione degli Stati Generali della Precarietà. Moltissime le realtà precarie presenti, gli attivisti e i cittadini interessati ad approfondire un argomento, la condizione di instabilità di vita, spesso trattato con studiata superficialità dai gruppi dirigenti, economici sindacali e politici.
“Uniti contro la crisi”, la rete nazionale autoconvocata dei coordinamenti e dei comitati, delle delegate e delegati, delle lavoratrici e lavoratori in lotta, ha analizzato le problematiche delle ristrutturazioni, auspicando la costruzione di uno spezzone “autoconvocato unitario per la manifestazione del 16 ottobre con tutte le realtà in lotta contro la crisi. Nei workshop, invece, si è parlato di welfare europeo, per metterlo a confronto con la pochezza e l´inadeguatezza del welfare italiano. E´ stata presentata la proposta di “welfare metropolitano”, strettamente legato ai territori, si è dimostrato come sia possibile ottenere un reddito minimo che garantisca alla maggioranza di vivere al di sopra della soglia di povertà. Il suo costo, 20 miliardi di euro, non è un’utopia irrealizzabile ma è addirittura inferiore all´ultima finanziaria di Tremonti. Nel workshop sulle lotte dei precari, il Punto San Precario, forte della sua esperienza di decine di azioni legali, vertenze, incursioni, offensive comunicative spessismo terminate in una vittoria dei precari (negli aeroporti, in Fiera, nelle cooperative, nei call center) si è confrontato con il Popolo Viola sull’utilizzo strategico della informazione così come nella costruzione di conflitti, azioni e mobilitazioni. Il tema della precarietà, della sicurezza sociale, dei beni comuni e della continuità di reddito è stato analizzato anche da una prospettiva di genere. I grandi eventi, le politiche di speculazione, l´uso del territorio come forma di rendita e di controllo sono oggi aspetti che hanno stretti legami con la precarizzazione esistenziale delle nostre vite. Sarebbe lungo elencare tutti i contributi che hanno arricchito questi incontri: le analisi sul ruolo della formazione, la creazione di un laboratorio sulla soggettività precaria, la rifondazione possibile della rete EuroMayday…
Dobbiamo ammettere però, senza pudori e autocensure, che tanta ricchezza e capacità propositiva, solo parzialmente sono state al centro dell´assemblea plenaria conclusiva. La maggior parte della discussione, invece di valorizzare e rendere comune le varie proposte e discussioni uscite dalle riflessioni sviluppate nelle giornate precedenti, è stata parzialmente monopolizzata dal ‘che fare’, dalla frenesia di definire un calendario di iniziative su cui far convergere realtà di movimento e sindacali. Su una tale questione, è evidente che le diverse posizioni e le diverse opportunità da cogliere sono emerse riflettendo le diverse caratteristiche delle realtà territoriali in gioco. Su due punti si è trovato subito consenso: l´indizione, alla fine di novembre, di una o più giornate di azione e mobilitazione (da declinarsi a seconda del contesto locale) sul tema del welfare (precarietà e reddito) e la necessità di rendere permanente gli Stati Generali un punto di incontro permanente, comunque preservando la loro capacità di essere momento di approfondimento della precarietà in tutte le sue forme.
Al riguardo, si è concordato di individuare nei prossimi mesi (dicembre/gennaio) delle date da riempire di contenuti, momenti di discussione e di elaborazione in vista di una decisa campagna nazionale sui temi della precarietà e del reddito da indire nel nuovo anno.
Infine, si è aperto un confronto riguardo alla manifestazione indetta dalla Fiom per il 16 di ottobre a Roma (alla vigilia dell’assemblea dei movimenti, prevista il 17 alla Sapienza). Le varie componenti precarie che hanno dato vita agli Stati Generali hanno espresso diverse posizioni sulla partecipazione o meno a queste scadenze ma su una questione ci si è trovati d’accordo: la risposta della Fiom alla firma dei contratti separati, al declino della contrattazione nazionale, alla riduzione dei diritti sul lavoro (accordo di Pomigliano), in una parola all´aumento di quella ricattabilità, più volte denunciata dai precari e dalla MayDay, rischia di essere ancora una volta debole e parziale. Senza una proposta concreta in materia di welfare e precarietà, ovvero reddito e lavoro, che sappia accomunare tutti, nuovi e futuri precari, su un obiettivo comune, ogni azione di lotta e mobilitazione rischia di isolarsi, di dividersi in ambiti categoriali che non rispettano più la realtà dell’Italia contemporanea.
Oggi più di ieri, i precari vengono citati, “narrati”, alcune volte evocati ma mai considerati come categoria sociale in grado di costruirsi autonomamente un futuro fatto di diritti e libertà.
Gli Stati Generali della Precarietà, pur tra ristrettezze economiche , di tempo e di strumenti superate solo grazie a un grande sforzo di volontà, hanno dimostrato che i precari possono essere padroni del proprio destino.
Sul sito www.precaria.org/stati-generali-2010 saranno pubblicati nei prossimi giorni, i report dei workshop e il ricco materiale prodotte in questi due giorni.
Intelligence Precaria
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