Qualche voce di indignazione si è levata, vivaddio, di fronte alla faccia
tumefatta di Emmanuel, delicatamente soprannominato "negro" da quei
simpaticoni dei vigili di Parma. Certo, non si tratta del primo pestaggio
razzista in caserme e questure, anzi, ma una voce indignata è meglio che
niente, sono tempi duri.
Qualche sincero democratico ha levato la voce, vivaddio, di fronte alla
morte per spranga di Abba, e al sospetto che il fatto che fosse "negro"
pure lui c’entra. Immaginate, ha fatto notare uno di quegli "immigrati di
seconda generazione" che faranno vedere i sorci verdi a Maroni e
Borghezio, se si fosse trattato di un bianco sprangato a morte da due neri.
E però… pare che invece sia difficilissimo vedere e far vedere tutti
quegli atti di razzismo strisciante, bastardo, perverso, sottile ma
devastante che ci circondano ogni giorno. Qui sotto alcuni esempi, con la
preghiera di attivarvi a segnalarcene altri, che di questi tempi non
bisogna trascurare niente.
1.
L’attesa per il rinnovo di un permesso di soggiorno dura da uno a due
anni. Il permesso di soggiorno, pure. Dopo file inaccettabili e procedure
vessatorie e montagne di carta, dopo lo slalom tra il padrone di casa che
mente sulla metratura e ti fa rifare tutto e il padrone del lavoro che non
ti vuole mettere in regola, ricevi un permesso che dura qualche mese se non
è già scaduto. Ovviamente la vita senza permesso vuol dire essere fermata
per strada o subire una irruzione in casa in qualsiasi momento, vuol dire
essere in bilico col lavoro e coi soldi e con la scuola dei figli, e non
avere la tessera sanitaria anche se paghi le tasse. Fonte: chiedete a
qualunque straniero di vostra conoscenza.
Qualcuno che si indigni su questo esiste?
2.
A pari lavoro pari salario. Principio base di una democrazia, non ammette
deroghe razziste. O no?
«Ho una piccola azienda, cerco personale a buon mercato. Possibile?».
«Certo, tutte le persone che vuole, dalla Romania». «Quanto mi costa?
». «Dieci euro l’ora». «Solo? E contributi, ferie, malattia,
maternità?». «Tutto compreso nei dieci euro». «E gli straordinari?».
«Sempre dieci euro l’ora. Come il lavoro notturno e festivo». «Ma le
agenzie interinali per un lavoratore in regola mi chiedono 16-17 euro
l’ora.». «Tutto a posto, non si preoccupi. Risparmiamo un po’ sui
contributi. Quelli romeni sono più bassi dei nostri».
Si tratta della Romplanet srl, che offre servizi del genere alle aziende
lombarde.
Naturalmente, nella migliore delle ipotesi nelle tasche degli operai romeni
resterebbero 5 euro l’ora.
E naturalmente la legge Bossi-Fini-Turco-Napolitano è fatta apposta per
avere lavoratori che costano meno. Fonte:
http://lombardia.indymedia.org/?q=node/8784
Qualcuno che si indigni su questo esiste?
3.
Se lavori in regola hai diritto alla tessera sanitaria. Italiano o
straniero che tu sia, visto che paghi i contributi. E la legge prevede che
alla ASL si debba presentare certificato di residenza, o
autocertificazione, e permesso di soggiorno. E basta. E invece alla ASL ti
chiedono in più – contratto di lavoro -dichiarazione del datore di lavoro
sulla sussistenza del rapporto di lavoro (non ridete, è così) –
contratto di affitto – certificazione sulla regolarità della metratura
della casa affittata – e una montagna di altre carte che tu hai già
penato a produrre per avere, appunto, il permesso di soggiorno. E che ci
metterai mesi e mesi a mettere insieme, magari fino a che il lavoro non è
finito o non hai dovuto cambiare casa o non ti è… scaduto il permesso. E
nel frattempo, paghi i contributi ma non hai la tessera sanitaria. Quindi,
niente medico, niente pediatra, niente medicine se non a spese tue. Fonte:
Associazione Ambulatorio Medico Popolare
http://www.ambulatoriopopolare.org/cos_e.html
Qualcuno che si indigni su questo esiste?
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