Repubblica.it – 7 settembre 2010
MILANO – Il  direttivo di Federmeccanica ha dato mandato al presidente Pierluigi  Ceccardi di comunicare fin d’ora il recesso dal contratto nazionale  siglato il 20 gennaio 2008 e valido fino al 2012. Lo stesso Ceccardi ha  spiegato che la decisione di considerare già spirato il contratto è  avvenuta “a fronte delle minacciate azioni giudiziarie della Fiom  relative all’applicazione di tale accordo” ed è comunicata “in via  meramente tecnica e cautelativa allo scopo di garantire la migliore  tutela delle aziende”. La disdetta avviene a far data dal primo gennaio  2012. Per Landini, segretario generale della Fiom, è una “decisione  politica grave, irresponsabile e illegittima”.
L’invito Fiom: “Non si ceda a diktat Fiat”.  Proprio la Fiom, attraverso il segretario generale Maurizio Landini,  aveva invitato nelle ultime ore Federmeccanica a non accettare quello  che viene visto come un “diktat” di Fiat, perché “meccanismi di  confronto sotto diktat alla lunga non aiutano neanche le imprese”. In  sostanza, la Fiom aveva invitato gli industriali della meccanica a non  cedere alle pressioni di Marchionne, che senza deroghe al contratto del  2008 aveva paventato l’uscita di Fiat da Federmeccanica. “I problemi che  la crisi pone si possono affrontare anche discutendo di investimenti e  di maggiore utilizzo degli impianti. Senza bisogno di deroghe ma  applicando il contratto nazionale e le regole che ci sono” aveva  concluso Landini.
 “Nessun
 diktat, tutelare aziende”.  “Fiat non ha spinto per niente – è la replica di Ceccardi -,  l’accelerazione che abbiamo imposto oggi è per tutelare le esigenze  delle aziende metalmeccaniche e di un milione di lavoratori che  dipendono da esse”.
“Relazioni industriali da adeguare”.  Il presidente di Federmeccanica ha poi spiegato che “il consiglio  direttivo ha preso in esame l’evoluzione dei rapporti sindacali nel  settore dopo il rinnovo del contratto nazionale del 15 ottobre 2009 e la  vicenda relativa allo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco”. “Il  convincimento unanime è la necessità di proseguire con determinazione  nell’adeguamento delle relazioni industriali, sindacali e contrattuali  alla domanda di maggior affidabilità e flessibilità che proviene dalle  imprese per consentire loro una migliore tenuta rispetto all’urto della  competizione globale”.
“Cgil partecipi a cambio delle regole”.  “E’  urgente – prosegue Ceccardi – una regolamentazione condivisa del  sistema di rappresentanza, sulla cui necessità esiste generale consenso e  disponibilità dichiarata dalle parti”. Tale regolamentazione, ricorda  il presidente di federmeccanica, è prevista dall’accordo  interconfederale del 15 aprile 2009, non sottoscritto dalla Cgil. Alla  domanda se l’auspicio è che anche l’organizzazione guidata da Guglielmo  Epifani possa sedersi al tavolo, Ceccardi ha replicato: “Assolutamente  sì, l’auspicio è che le confederazioni attivino al più presto un tavolo  per regolamentare la materia per via pattizia”.
Landini: “Strappo alla democrazia”.  Appresa la decisione di Federmeccanica, Maurizio Landini esprime un  giudizio durissimo: “E’ una decisione politica grave, irresponsabile e  illegittima. Il contratto del 2008 è in vigore fino alla fine del 2011 e  ha una sua ultrattività qualora venga presentata una piattaforma per il  suo rinnovo”. Si tratta secondo il leader della Fiom di “uno strappo  alle regole democratiche grave perché si impedisce ai lavoratori di  decidere sul loro contratto e si sceglie di trattare con i sindacati che  non hanno alcun mandato in questa direzione e in ogni caso  rappresentano la minoranza dei dipendenti metalmeccanici”.
Fiom: “Noi non ci saremo”.  Quanto all’incontro del 15 settembre, in cui Federmeccanica e sindacati  si confronteranno sulle possibili deroghe al contratto nazionale dei  metalmeccanici, Landini spiega che “la Fiom non parteciperà a tavoli che  cancellano il contratto nazionale. Non partecipiamo perché non sono  trattative ma semplicemente dettature della Fiat”.
“Importante manifestazione del 16 ottobre”.  Domani, al comitato centrale della Fiom “decideremo  tutte le  iniziative necessarie- conclude Landini -. E più importante ancora è la  manifestazione del 16 ottobre per la difesa dei diritti del contratto e  della democrazia del nostro Paese”.