Fuori salone anche nel turismo
La Borsa Internazionale del Turismo vuole diventare un secondo il Salone del Mobile. Con l’aiuto del Comune di Milano esce dai padiglioni della Fiera di Rho, presentando eventi e appuntamenti culturali in tutta la città. Aperitivi, mostre, happening e buffet saranno concentrati tra il 18 e il 19 febbraio e coinvolgeranno diversi luoghi, tra i quali la Rotonda della Befana e la Biblioteca Ambrosiana, Piazza del Duomo, via Dante.
Stagisti o schiavi?
Peccato che dietro alle luci degli spettacoli si nasconda una verità tanto scomoda da restare nascosta. Nessun media vi dirà che dentro gli stand di Pero, all’ombra delle luci degli eventi del FuoriBit, così come in Fiera Milano Spa, vi siano migliaia di precari, di standisti in nero, di lavoratori senza diritti.
Come i ragazzi neolaureati spremuti e poi gettati dall’ente del turismo francese di via Tiziano, una catena di montaggio della precarietà dove decine di stagisti lavorano per 150 euro al mese per ricevere delle ‘referenze’ sul curriculum.
Pagati con…le referenze
L’esperienza formativa si riduce a un odioso sfruttamento che termina con la sostituzione di un nuovo stagista, in un meccanismo perverso che consente ai manager notevoli risparmi, premiati con benefit e riconoscimenti economici. Ognuno dei 9 dipendenti a tempo indeterminato dell’ente utilizza a suo piacimento uno stagista a testa, nonostante le possibilità di essere confermati siano vicine allo 0.
‘A 150 euro al mese ne trovo quanti ne voglio’, non si vergogna di dire l’impunito direttore dell’Ente di fronte alle timide rimostranze dei ricattati di turno. Una specie di moderna servitù feudale ancor più degradante se si pensi che gli stagisti francesi, alla faccia del principio di eguaglianza tra i cittadini dell’Unione Europea, vengono remunerati con 400 euro al mese.
Le mani sulla città
La denuncia dei precari dell’Ente del turismo francese rappresenta l’ultima metastasi di un tumore maligno che sta intaccando la struttura di tutto il terziario milanese. Lo stesso responsabile del licenziamento, mascherato da cassa in deroga per un anno, di 85 lavoratori di Fiera Milano Spa, nonostante l’ente sia strettamente controllato dalle lobby/partito lombarde. Anche in quel caso la crisi usata per zittire i lavoratori non aveva impedito lussuosi banchetti della dirigenza, ignobili spese di rappresentanza, un’impunità tanto evidente da essere usata come monito ai lavoratori ‘risparmiati’ dalla riorganizzazione.
Modello immagine: Fiera/Expo
Il cancro da Fiera Spa oggi si diffonde in tutta la metropoli, dettando i ritmi e sperimentando il modello economico dell’evento/immagine che sostituisce la realtà con le sensazioni, i comunicati stampa alla cruda verità. Quella delle centinaia di standisti che varcano la soglia dei padiglioni, spesso lavoratori in nero sottopagati, come ha recentemente dimostrato uno dei troppo rari controlli della guardia di finanza. Precari che rischiano ogni giorno la vita per meno di 10 euro all’ora. Ecco quale modello si nasconde dietro il cerone dell’Expo, sotto gli entusiastici proclami dei politici ripetuti quotidianamente dai media. Un disegno autoritario che maschera il ricatto a cui è sottoposta maggioranza. Un sistema per far profitti che i dirigenti vorrebbero moltiplicare per le decine di eventi che accompagneranno l’Expo, migliaia di aziende, centinaia di migliaia di stagisti, precari, finte partite iva, soci di cooperative fuffa e associazioni ap-profit.
Come in Egitto
Fermiamo questo Suv impazzito prima che sia troppo tardi. Togliamo la patente a questi irresponsabili guidatori, pronti a far scattare l’air-bag all’ultimo momento per salvarsi. Non possiamo permetterci di fallire: non abbiamo redditi di riserva in Svizzera, come loro. Togliamo il volante dalle mani di manager buoni solo di far pagare a precari e disoccupati i propri fallimenti: la mancata crescita, il crollo della produttività, la competitività stracciona, l’impoverimento economico e culturale dell’Italia. Salviamo il nostro futuro. Costruiamo insieme lo Sciopero Precario per una nuova civiltà di diritti, eguaglianza, libertà.